Hai bisogno di ulteriori informazioni?
Lascia i tuoi dati e la tua richiesta.

Jessica
Responsabile corsi Advanced Consulting
ll termine “spazi confinati”ricorre spesso nell’ambito della sicurezza sul lavoro e identifica luoghi con specifiche caratteristiche.
Si tratta di ambienti limitati dove, per la presenza di sostanze tossiche o di particolari fattori di pericolo (caduta, incendi, carenza di ossigeno, ecc), il rischio di infortuni o di morte è molto elevato.
Le definizioni di ambiente confinato sono diverse e non sempre esaustive, ma tra le più comuni viene identificato come luogo chiuso (totalmente o parzialmente) che, sebbene non progettato e costruito per essere occupato in permanenza da persone, lo può essere temporaneamente per particolari interventi lavorativi (ispezione, pulizia, manutenzione, ecc).
I principali e possibili rischi degli spazi confinati per i lavoratori:
- presenza di sostanze inquinanti nell'aria;
- carenza di ossigeno;
- rischio caduta;
- rischio incendio/esplosione;
- condizioni microclimatiche sfavorevoli (calore, umidità, ecc);
- esposizione a sorgenti acustiche a livelli di emissione pericolosi.
A livello legislativo non vi è un'unica norma che definisca in modo univoco quali sono gli spazi confinati e come agire in tali ambienti.
Inizialmente la normativa di riferimento era il D.Lgs. 81/08 (articoli 66 e 121 e Allegato IV, punto 3) ma in seguito, per contrastare i tanti incidenti gravi nel settore, è stato varato anche il DPR 177/2011 ("Regolamento recante norme per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinanti") con le linee guida e le procedure da rispettare.
In generale, tra gli esempi di spazi confinati più comuni vi sono:
- serbatoi;
- silos;
- reti fognarie;
- sistemi di drenaggio chiusi;
- vasche;
- cisterne aperte;
- tubazioni;
- ambienti con scarsa o assente ventilazione;
- camere di combustione all'interno di forni;
- locali tecnici di piscine;
- scavi a sezione ristretta.
Stilare un elenco completo è, tuttavia, impossibile: vi sono casi in cui un ambiente diventa confinato solo in seguito a particolari interventi di costruzione o modifica.
I DPI sono Dispositivi di Protezione Individuale, di cui i lavoratori devono essere provvisti quando lavorano in ambienti confinati.
A seconda dei casi specifici, le attrezzature richieste per gestire efficacemente le situazioni di rischio sono:
- imbragature di sicurezza;
- dispositivi di ancoraggio (per la protezione dalle cadute dall’alto);
- guanti di protezione;
- maschere con filtro o respiratori isolanti (a seconda degli agenti chimici presenti e della concentrazione di ossigeno nell'aria);
- elmetto per la protezione della testa;
- protezione per gli occhi (se esposti a sostanze pericolose o schegge);
- indumenti di protezione;
- calzature di sicurezza.
Un aspetto importante cui fare attenzione è che i Dispositivi di Protezione per le vie respiratorie sono considerati DPI di terza categoria ", per i quali è necessaria una formazione specifica per poterli utilizzare in modo corretto (secondo le norme vigenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro).
Oltre a quanto previsto dal D.lgs 81/08 nel valutare il rischio annesso a l'ambiente di lavoro nel quale si andrà ad operare, secondo quanto stabilito dallo stesso D.Lgs.81/08, datore di lavoro e personale che operano in ambienti sospetti di inquinamento o confinati sono obbligati a ricevere un'adeguata formazione e addestramento.
I corsi di formazione per spazi confinati sono quindi obbligatori, e a tal proposito
si invita a consultare la sezione "CORSI DI FORMAZIONE D.LGS 81/08"